L'inizio:
arrivo a Antananarivo, viaggio a Fianarantsoa, il Parco Nazionale Ranomafana
(giorni 1,2,3,4) Arriviamo ad Antananarivo ("Tanà", 1 500 000 abitanti), la capitale, dove incontriamo Caroline all'aeroporto. Caroline, che per anni ha lavorato con Paola, si è trasferita da 8 mesi in Madagascar dove insegna francese in una scuola in campagna. Il nostro viaggio coincide con la vacanze scolastiche di Pasqua, e passeremo con lei le prime due settimane della vacanza. Abbiamo quindi una guida locale e il vantaggio della lingua, importante per comunicare con i Malgasci (anche se, in generale, già con il francese ce la si puo' cavare abbastanza bene).
Il primo trasferimento è l'occasione del nostro incontro con il "taxi-brousse", il mezzo di trasporto con cui percorreremo il paese. Si tratta del classico minibus, 15 posti "teorici", in pratica possono essere molti di più; a seconda del posto, o non c'è spazio per le ginocchia, o per i piedi; parte ad orari fissi (che sono sempre "fra dieci minuti")... ma solo se è pieno; quando è pieno parte a fare un giro per caricare altri passeggeri, e ritorna al punto di partenza; sembra un bus londinese, sopra c'è un "secondo piano" dello stesso volume, fatto di mercanzie; le mercanzie sono protette da un telo impermeabile che lascia scoperto solo un angolo, in corrispondenza del proprio zaino. Dunque il nostro "battesimo" dura 14 ore (per circa 400 km), con innumerevoli soste di cui diverse passate con qualcuno che armeggiava nel vano motore. Mica male, come inizio.
Da Fianarantsoa ci sposteremo a Ranomafana, per visitare l'omonimo parco e vedere i nostri primi lemuri. L'accesso ai parchi nazionali malgasci è regolamentato: si puo' entrare soltanto con una guida e le tariffe sono fissate a seconda del percorso o della durata.
Nota sulla situazione politica in Madagascar: Da qualche mese il Madagascar è scosso da una crisi politica che vede fronteggiarsi l'ormai "ex" presidente in carica e l'ormai "ex" sindaco della capitale, alla testa di un movimento popolare di opposizione al presidente, accusato di corruzione e di una gestione dello stato autoritaria e asservita agli interessi delle aziende di sua proprietà (alimentari: latte, olio). Le manifestazioni e gli scontri di piazza sono sfociati nella strage del 7 febbraio: la guardia presidenziale ha aperto il fuoco sui manifestanti, facendo 28 vittime. Da allora la situazione è precipitata per il presidente, costretto alle dimissioni e alla fuga quando una parte dell'esercito si è schierata con i suoi oppositori. Il sindaco si è proclamato presidente della "transizione" e ha avviato una fase di consultazione che dovrebbe portare in varie fasi a nuove elezioni presidenziali di qui a due anni. La Transizione sembra pero' essere già avviata su una cattiva strada, avendo cominciato ad incarcerare arbitrariamente i suoi oppositori politici. Dopo aver seguito quotidianamente l'evoluzione del conflitto abbiamo deciso di partire comunque, visto anche che Caroline ci confermava che in campagna la situazione restava tranquilla. E in effetti, durante il viaggio il solo aspetto flagrante della crisi è stata l'assenza quasi totale di turisti stranieri. Molti alberghi chiusi, e spesso eravamo gli ujnici ospiti di quelli aperti. | |
continua:
verso Manakara
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