Il giro dell'Annapurna (giorni 1-4)
Da Kathmandu in 6 ore di minibus arriviamo a Besi Sahar, il punto di inizio del nostro "trek". Si tratta di un grande classico, il giro degli Annapurna. L'itinerario è molto frequentato, tanto che si puo' fare pernottando in alberghetti (ce ne sono ogni 2 ore di cammino al massimo) e senza bisogno di guida. Il sentiero sale lungo la Marsyangdi Valley fino al passo del Thorung La, a 5400m. Poi scende lungo la valle della Kali Gandaki. Questa seconda parte è ormai (da pochi anni) servita da una strada sterrata, quindi non faremo tutto il giro camminando ma prenderemo jeep e bus. D'altra parte una strada è in costruzione anche nella prima metà del percorso, quindi fra qualche anno questo trek avrà perso molto del suo fascino. Per il momento tutte le mercanzie che risalgono la valle lo fanno a dorso di mulo, o di portatore. Abbiamo visto uomini portarsi sulla schiena i carichi più impressionanti: tondini di ferro, tubazioni, frigoriferi... La valle è comunque dotata di corrente elettrica, grazie a delle mini centrali idroelettriche che servono uno o più villaggi. A diversi giorni di cammino dal fondovalle, nei paesi più grossi si trovano perfino degli internet café! Avevamo un po' paura che il percorso fosse troppo frequentato, ma non è stato cosi'. All'ingresso del circuito il posto di guardia aveva registrato 60 "trekkers" partiti il nostro stesso giorno; ma negli alberghetti eravamo spesso gli unici ospiti, anche perché evitavamo i villaggi più grossi. Inoltre in un paio di deviazioni dal sentiero principale eravamo veramente soli. Comunque si fanno molti incontri, gente venuta un po' da tutto il mondo e che si finisce per ritornare a incrociare qualche giorno più avanti. Come l'amico russo Sergey, una coppia franco-svizzera, una tedesco-norvegese, una polaccolandese, e anche una (sola) simpatica coppia di italiani. Tutta gente interessante con cui scambiare quattro chiacchere intorno al Dhal Bhaat, il più tipico piatto nepalese.
Il paesaggio all'inizio è tropicale, e modellato dalle coltivazioni a terrazze. Mano a mano che si sale diventa più montano. Si entra inoltre nella fascia dove la cultura tibetana è predominante, si incrociano tempietti buddisti e "mani walls", l'architettura dei villaggi cambia. Sulle case sventolano le bandiere votive multicolori.
Spesso si attraversano fiumi su traballanti ponti sospesi: la maggior parte sono di costruzione recente, in metallo. Questi ponti sono fondamentali per le comunità locali: un ponte puo' ridurre la distanza fra due villaggi di diverse ore di marcia, a volte anche giorni.
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